Il Risorto entra nei tanti cenacoli “a porte chiuse” e continua a dire “pace a voi”. Quella pace “disarmata e disarmante” evocata dal Papa “perché viene da Dio”. Insieme a tutta la Chiesa eleviamo il nostro canto di lode al Signore, per il dono della Sua chiamata ad essere principio e fondamento visibile dell’unità nella fede e della comunione nella carità, messaggero di pace in un mondo lacerato e ferito.
Santo Padre, forti della consapevolezza che il diritto canonico è uno strumento di servizio, volto al bene dei fedeli e consapevoli del suo essere modalità pratica ma espressiva di uno ius missionis; accogliamo con gioia il Suo invito ad essere anche noi parte di «una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte, tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità».
Siamo dentro una formidabile storia fatta di umano e divino come ci ha insegnato il conclave e come ci insegna la liturgia della Chiesa alla preghiera Eucaristica n. 4: “E perché non viviamo più per noi stessi ma per Lui che è morto e risorto per noi, ha mandato, o Padre, lo Spirito Santo, primo dono ai credenti, a perfezionare la sua opera nel mondo e compiere ogni santificazione”.
In questo orizzonte di fede gridiamo al mondo: “viva il Papa!”
Il Presidente ed il Consiglio Direttivo ASCAI