L’Associazione canonistica italiana è nata negli anni successivi al concilio Vaticano II, in concomitanza con l’annunciata revisione del Codex iuris canonici piano-benedettino.
Nel corso dei lavori di un congresso canonistico-pastorale promosso dalla fondazione Monitor Ecclesiasticus, editrice di un’antica testata canonistica, nel settembre del 1969 a Napoli fu costituita l’Associazione canonistica (Asca), il cui statuto fu approvato con decreto del cardinale Corrado Ursi, arcivescovo di Napoli. Il fatto fu rilevante perché anticipava un protagonismo dei fedeli, che sarebbe stato codificato successivamente nel nuovo Codex, e perché assegnava all’Associazione canonistica delle finalità promozionali che sarebbero ridondate a tutto vantaggio della scienza canonistica, come il tempo avrebbe provato.
Promulgato il Codex iuris canonici da Giovanni Paolo II (1983), fu modificata la denominazione in Associazione canonistica italiana (Ascai) e fu aggiornato lo statuto (settembre 1984), presentato alla Conferenza episcopale italiana per l’approvazione, in conformità alla nuova legislazione sulle associazioni. Con decreto del cardinale Ugo Poletti, presidente della Cei, lo statuto fu approvato (18.6.1987) e l’associazione ebbe il conseguente riconoscimento di associazione privata di fedeli, ai sensi dei canoni 321-326.
Le finalità associative fin dall’inizio si sono attestate su due versanti: quello speculativo, teso a promuovere lo studio del diritto canonico e a coltivare la ricerca scientifica, e quello pratico, mirato a sostenere l’attività di coloro che operano per l’attuazione del diritto nella vita della Chiesa.
Queste due finalità motivano l’articolazione dell’aggregazione in quattro settori:
- docenti di diritto nelle università e istituti superiori ecclesiastici, nei seminari maggiori e negli istituti superiori di scienze religiose, o cultori di diritto canonico e scienze affini;
- docenti o cultori di diritto canonico e scienze affini nelle università civili;
- operatori del diritto nei tribunali ecclesiastici;
- operatori del diritto nell’amministrazione attiva della Chiesa (curia romana, curie diocesane e istituti di vita consacrata).
Con questa scelta i fondatori intendevano creare un collegamento stretto tra il profilo teorico-dottrinale e quello pratico-operativo; intuizione provvida e felice perché, da un lato, si proponeva di superare e di prevenire per il futuro una pericolosa dicotomia tra l’essere del diritto e il suo dover essere e, dall’altro, intendeva suscitare e favorire l’auspicato scambio tra cultori e operatori del diritto per una vicendevole collaborazione e per un costruttivo arricchimento dei soggetti a tutto vantaggio della scienza giuridica e delle istituzioni canoniche.
Le problematiche odierne inerenti gli ambiti di interesse dell’Associazione canonistica sono particolarmente quelle inerenti il matrimonio, sia per quanto attiene alla celebrazione del sacramento, sia per tutto ciò che concerne le patologie dell’unione coniugale.