Nullità del matrimonio: Esclusione della sacramentalità – Dignità sacramentale del matrimonio – Rilevanza della volontà contraria Incidenza sulla validità del matrimonio se ne intacca la validità sul piano naturale – Commento del Prof. Miguel Angel ORTIZ, Pont. Univ. della S. Croce.
coram Stankiewicz, diei 27 februarii 2004, con commento del Prof. Miguel Angel ORTIZ, Pont. Univ. della S. Croce
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TRIBUNALE DELLA ROTA ROMANA Reg. Apuli seu Melphicten.-Ruben.-Iuvenacen.-Terlitien.
Nullità del matrimonio Esclusione della sacramentalità
Sentenza definitiva 27 febbraio 2004 Ecc.mo Stankiewicz, Decano, Ponente
Dignità sacramentale del matrimonio Rilevanza della volontà contraria
Incidenza sulla validità del matrimonio se ne intacca la validità sul piano naturale
Per celebrare validamente il matrimonio che, se celebrato tra battezzati, è sacramento non si richiede un grado di fede personale, ma la retta intenzione, di sposarsi secondo il progetto divino.
Tale intenzione di donarsi vicendevolmente in un impegno irrevocabile ed in una fedeltà incondizionata implica realmente, anche se non in modo pienamente consapevole, un atteggiamento di profonda obbedienza alla volontà di Dio, che non può darsi senza la sua grazia (Giovanni Paolo II, Es. ap. Familiaris consortio, n. 68). Questa presenza della grazia nel momento di formare la retta intenzione naturale può essere considerata la disposizione per credere che rende possibile che il sacramento del matrimonio sia sacramento della fede (Concilio Vaticano II, cost. Sacrosanctum concilium, n. 59).
La mancanza di retta intenzione si riscontra nell’atteggiamento di chi rifiuta in modo esplicito e formale ciò che la Chiesa intende compiere quando si celebra il matrimonio dei battezzati. Per valutare la rilevanza della volontà contraria alla dignità sacramentale del matrimonio indipendentemente dalla qualifica che la si voglia dare, come fattispecie di simulazione totale oppure parziale è decisivo tener presente che un atteggiamento dei nubendi che non tenga conto della dimensione soprannaturale nel matrimonio, può renderlo nullo solo se ne intacca la validità sul piano naturale nel quale è posto lo stesso segno sacramentale (Giovanni Paolo II, Discorso alla Rota Romana, 30 gennaio 2003, n. 8).
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